domenica 18 novembre 2012

DEDICA

di Alda Merini


Occorre un amore grande
per viverti accanto, amor mio,
e cavalcare un destino
che è come un puledro avverso,
come una macchina astrusa.
E tu vorresti scendere,
guardare pascoli azzuri
e invece il destino bizzarro
sbatacchia le povere ali
e immiserisce l'amore.
Così, quando è sera,
io mi adagio al tuo fianco
come vergine stanca,
né so cosa tu mi puoi dare,
né sai cos'io voglia dire.










CRUDO E LUNGO INVERNO

di Enrique Gracia Trinidad


Mi sono vestito lentamente, una
camicia scura, un paio di jeans;
fa molto freddo e mi metto una giacca
di panno nero con le scarpe grosse;
portafoglio, occhiali, orologio,
e giù in strada, un giorno come gli altri.
Di fronte alla prima vetrina
la vertigine mi assale e capisco
che il freddo da evitare è un altro freddo,
che sono quasi nudo:
sono uscito come tante altre volte
con tutto il cuore allo scoperto.




 

domenica 28 ottobre 2012

Continuiamo a fare l’amore?

di Antonio Porta


Continuiamo a fare l’amore?,
hai detto non ancora sveglia una mattina,
per tutta la notte ci eravamo solo sfiorati
con la punta delle dita, con i piedi
e ora per arrivare alla pienezza
sono bastate le tue parole
e un lieve bacio di addio sulle labbra
per sentire che i corpi si erano uniti nel sonno
piú che nella veglia.





 

DIFFICILE E' CREDERE

di Eugenio Montale


Difficile è credere
che sia un dono la vita,
quando si trascina una
stanca esistenza e il vivere
d’ora in ora ci tortura ;
ma anche nei tuoi occhi
vedo
brume di dolore.
Hanno già flagellato il tuo
giovane cuore ? E rispose per te

il mare e un ombra lieve
di cormorano. Tacevi
e sogguardavi mesta
l’orizzonte estremo.
 
 
 

HO MESSO IL MIO SOGNO SU UNA NAVE

di Cecilia Meireles



Ho messo il mio sogno su una nave
e la nave sul mare;

- dopo, ho aperto il mare con le mani,
per far naufragare il mio sogno

Le mie mani sono ancora bagnate
dall'azzurro delle onde semiaperte,
e il colore che scorre dalle mie dita
colora le spiagge deserte.

Il vento viene da lontano,
la notte si curva dal freddo;
sott'acqua sta morendo
il mio sogno, dentro una nave...

Piangerò quanto sarà necessario,
affinché il mare possa crescere,
e la mia nave arrivi al fondo
ed il mio sogno scompaia.

Dopo, tutto sarà perfetto;
spiaggia liscia, acqua ordinata,
i miei occhi secchi come pietre
e le mie due mani rotte.





SMOBILITAZIONE DELLE ARMATE AMOROSE

di Georgi Gospodinov


Si è accesa la sigaretta a quel modo,
da cui si capisce che tutto
è già deciso e ha detto:
è finita. . . mi sento come un'armata
In tempo di pace,
manovre su campi abbandonati,
esercitazioni infruttuose
sempre più lontano
da luoghi pieni di vita,
foglie, sterpi, fango, retrocortili,
come un fumatore tra gente che ha smesso di fumare,
come un amante tra chi ha rinunciato all'amore.

Oh, tu lo pensi da tanto, le dissi,

sembra una poesia.
A me spetta il finale, eccolo:
Io sono ferito leggermente,
ferito molto leggermente
e goffamente sanguinante
in tempo di pace.
 
 
 


PRESENZA

di Alejandra Pizarnik


La tua voce
in questo non potersene uscire le cose
dal mio sguardo
mi spossessano
fanno di me un vascello in un fiume di pietre
se non è la tua voce

pioggia sola nel mio silenzio di febbri
tu mi liberi gli occhi
e per favore
parlami
sempre.
 
 
 
 
 

Nome non ha

di Sibilla Aleramo


Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio tu irrida al cuor mio
com'altri a' miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m'importa come di te,
de' tuoi occhi, de' tuoi occhi
donde di rado mi sorridi,
della tua sorte che non m'affidi,
del bene che mi vuoi e non mi dici,
oh poco e povero sia,
ma nulla al mondo più caro m'è,
e anch'esso,
e anch'esso quel tuo bene
nome non ha.




domenica 23 settembre 2012

LUNGOMARE

di Eugenio Montale



Lo sai: debbo riperderti e non posso.
Come un tiro aggiustato mi sommuove

ogni opera, ogni grido e anche lo spiro
salino che straripa
dai moli e fa l'oscura primavera
di Sottoripa.

Paese di ferrame e alberature
a selva nella polvere del vespro.
Un ronzìo lungo viene dall'aperto,
strazia com'unghia i vetri. Cerco il segno
smarrito, il pegno solo ch'ebbi in grazia
da te.
E l'inferno è certo.




sabato 14 luglio 2012

VORREI NON ODIARE QUESTA SERA


di  Josè Hierro



   Vorrei non odiare questa sera,
non portare sulla mia fronte la nube oscura.
Questa sera vorrei avere occhi più chiari
per posarli sereni nella lontananza.
   Dev'essere bellissimo poter dire:
"Credo nelle cose che esistono e in altre
        che probabilmente non esistono,
in tutte le cose che possono salvarmi,
        anche ignorando il loro nome;
conosco la frutta dorata che dona l'allegria."
   Vorrei non odiare questa sera,
sentirmi leggero, essere fiume che canta,
        essere vento che muove la spiga.
Guardo a ponente. S'abbuiano i lunghi percorsi
        che vanno nella notte,
che donano la loro stanchezza alla notte, che entrano
        nella notte a sognare nella sua grande menzogna.





NOI NON CREDIAMO...

di Julia Copus


Noi non cediamo all’amore:
è l’amore che sale in noi
come certa musica,
una sinfonia o una ballata
ed è color seppia
come il tè versato che risale lento
attraverso i mille tunnel perfetti
di una zolletta di zucchero
posata accanto alla tazza.
Sì, l’amore è così:
proprio quando meno ne abbiamo bisogno
quando meno ce l’aspettiamo
una parte di noi vi affonda dentro
per caso o per sbaglio
e l’amore risale attraverso
le nostre vene
e si aggrappa all'interno delle camere del cuore.




QUEL CHE HO DIMENTICATO

di Billy Collins


Quel che ho dimenticato di dirvi in quell’ultima poesia
se avete prestato un minimo di attenzione
è che l’amavo davvero allora.
La luce marittima negli ultimi versi
poteva sembrare artefatta…
e lo stesso si poteva dire
delle molte lune immaginarie
che ho detto ruotavano sul nostro letto mentre dormivamo,
del cosmo racchiuso dalle pareti della stanza.
Ma la verità è che ci piaceva
fare lunghe passeggiate sulle spiagge ventose,
non le spiagge fra il mare di lei
e la terra simbolica di me,
ma le vere spiagge di conchiglie vuote,
mentre il sole sorge e l’acqua viene avanti e ritorna.




DUE INCARICHI

di Viktor Sklovskij



Mi hai dato due incarichi.
1) Non telefonarti.
2) Non vederti.
Adesso sono un uomo occupato.

C’è anche un terzo incarico:
non pensare a te.
Ma tu non me l’hai affidato.

  






INVECCHIARE

di MARIO QUINTANA



Una volta, tutte le strade andavano.
Adesso, tutte le strade tornano.
La casa è accogliente, i libri pochi.
E io stesso preparo il tè per i fantasmi.








ANCORA

di MARIO BENEDETTI



Non ci credo ancora
stai arrivando accanto a me
e la notte è un pugno
di stelle e di allegria
palpo gusto ascolto e vedo
il tuo volto il tuo passo lungo
le tue mani e tuttavia
ancora non ci credo
il tuo ritorno ha tanto
a che vedere con te e con me
che per cabala lo dico
e per i dubbi lo canto
nessuno mai ti rimpiazza
e le cose più triviali
si trasformano in fondamentali
perché stai tornando a casa
tuttavia ancora
dubito di questa fortuna
perché il cielo di averti
mi sembra fantasia
però vieni ed è sicuro
e vieni col tuo sguardo
e per questo il tuo arrivo
rende magico il futuro
e ancorché non sempre abbia capito
le mie colpe e i miei disastri
invece so che nelle tue braccia
il mondo ha senso
e se bacio l'audacia
e il mistero delle tue labbra
non ci saranno dubbi né cattivi sapori
ti amerò di più
ancora.


E MALGRADO TUTTO

di Alda Merini


E malgrado tutto
malgrado la musica
che si ripete incessantemente
fino allo spargimento del cuore
malgrado io non ti veda
e il giorno si apra
con la perenne angoscia
di non incontrare nessuno
tu continui a addossarmi
un numero di ombre
che non entrano
nel mio cuore

tu non sai quanto una forma di donna
può essere circoscritta
dalle ansie di molti uomini
ma non è vero amore
è l'ansia di vedermi risuscitare
per una nuova gettata di poesia

e con me costruiscono case
e ambienti
e idee per i loro sogni
quando mi vedono soffrire per te
pensano che io sia già morta
e di amor tuo
e chiamano tutti a vedermi
e battono le mani
per l'ingannevole successo della vita
ma io non li vedo nemmeno



martedì 22 maggio 2012

NOTTE BIANCA

di Adrienne Rich
  

Luce a una finestra. Una donna è sveglia
in quest’ora immobile.
Noi che lavoriamo così abbiamo lavorato spesso
in solitudine. Ho dovuto immaginarla
intenta a ricucirsi la pelle come io ricucio la mia
anche se
con un punto
diverso.

Alba dopo alba, questa mia vicina

si consuma come una candela
trascina il copriletto per la casa buia
fino al suo letto buio
la sua testa
piena di rune, sillabe, ritornelli
questa sognatrice precisa

sonnambula in cucina

come una falena bianca,
un elefante, una colpa.
Qualcuno ha tentato di tenerla
tranquilla sotto una coperta afgana
intessuta di lane color erba e sangue

ma si è levata. La sua lampada

lambisce i vetri gelati
e si scioglie nell’alba.
Non la fermeranno mai
quelli che dormono il sonno di pietra del passato,
il sonno dei drogati.
In un attimo di cristallo, io lampeggio
un occhio attraverso il freddo
un aprirsi di luce fra noi
nel suo occhio che incide il buio
– questo è tutto. L’alba è la prova, l’agonia
ma dovevamo contemplarla:
Dopo di che potremo forse dormire, sorella mia,
mentre le fiamme si alzano sempre più alte, possiamo
dormire.






ADDIO

di Josif Brodskij


Addio,
dimentica
e perdona.

E brucia le lettere,
come un ponte.

E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.

E che ci sia nell’oscurità
a brillare per te
un filo di stelle argentato,
che ci sia la speranza
di scaldare le mani
vicino al tuo fuoco.

Che ci siano tormente,
nevi, piogge
e lo scoppiettio furioso della fiamma,
e che tu abbia in futuro
più fortuna di me.

E che possa esserci una possente e splendida
battaglia
che risuona nel tuo petto.


Sono felice
per quelli che forse
sono
in viaggio con te.
 



domenica 29 aprile 2012

IL MIO INDIRIZZO


di Amrita Pritam


Ho cancellato oggi il numero della mia casa,
Ho strappato la targa che portava il nome della mia via
e quelle di tutte le altre.
Ma se tu assolutamente vuoi trovarmi,
bussa alla porta di ogni casa, in ogni via
delle città di tutti i paesi,
- tutto allo stesso tempo è una cattiva sorte e una
benedizione –
e ovunque dove risplende uno spirito libero:
sappilo, là è casa mia.



IL SOGNO DEL PRIGIONIERO

di EUGENIO MONTALE

Alba e notti qui variano per pochi segni.

Il zigzag degli storni sui battifredi
nei giorni di battaglia, mie sole ali,
un filo d'aria polare,
l'occhio del capoguardia dallo spioncino,
crac di noci schiacciate, un oleoso
sfrigolìo dalle cave, girarrosti
veri o supposti - ma la paglia è oro,
la lanterna vinosa è focolare
se dormendo mi credo ai tuoi piedi.

La purga dura da sempre, senza un perché.
Dicono che chi abiura e sottoscrive
può salvarsi da questo sterminio d'oche;
che chi obiurga se stesso, ma tradisce
e vende carne d'altri, afferra il mestolo
anzi che terminare nel pâté
destinato agl'Iddii pestilenziali.

Tardo di mente, piagato
dal pungente giaciglio mi sono fuso
col volo della tarma che la mia suola
sfarina sull'impiantito,
coi kimoni cangianti delle luci
sciorinate all'aurora dei torrioni,
ho annusato nel vento il bruciaticcio
dei buccellati dai forni,
mi son guardato attorno, ho suscitato
iridi su orizzonti di ragnateli
e petali sui tralicci delle inferriate,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo dove il secolo è il minuto
e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se sarò al festino
farcitore o farcito. L'attesa è lunga,
il mio sogno di te non è finito.



(da “La Bufera e altro”, Mondadori, 1957)


mercoledì 4 aprile 2012

E COSA E' MAI LEI?

di Ishak Alioui

E cosa è mai lei che desidero,
da rimanere sveglio immense notti
quante le stelle nel cielo
a rigare il mio volto di lacrime?
E cosa è mai lei che se la perdessi,
nell’avanzare del tempo irrequieto
resterei solo ad osservare l’alba
mentre il vento trasporta i miei pensieri lontano
Conosco tantissime donne, molto più belle
E mille altre con carattere decisamente migliore
E cosa è mai lei
Da diventare l’unica donna dei desideri miei?
Il cuore spesse volte prende decisione così sciocche
Se i poeti di una volta fossero qui
Di sicuro mi direbbero
E cosa sono mai io,
da riuscire ad amarla come nessuno l’ha amata?




lunedì 9 gennaio 2012

NON HAI IDEA...

di Gialal al-Din Rumi


Non hai idea di quanto sia stato difficile 
trovare un dono da portarti.
Nulla sembrava la cosa giusta.
Che senso ha portare oro ad una miniera d'oro,
oppure acqua all'oceano. Ogni cosa che trovavo,
era come portare spezie in Oriente.
Non ti posso donare il mio cuore e la mia anima,
perché sono già Tue.
Così, ti ho portato uno specchio.
Guardati e ricordami.