martedì 22 maggio 2012

NOTTE BIANCA

di Adrienne Rich
  

Luce a una finestra. Una donna è sveglia
in quest’ora immobile.
Noi che lavoriamo così abbiamo lavorato spesso
in solitudine. Ho dovuto immaginarla
intenta a ricucirsi la pelle come io ricucio la mia
anche se
con un punto
diverso.

Alba dopo alba, questa mia vicina

si consuma come una candela
trascina il copriletto per la casa buia
fino al suo letto buio
la sua testa
piena di rune, sillabe, ritornelli
questa sognatrice precisa

sonnambula in cucina

come una falena bianca,
un elefante, una colpa.
Qualcuno ha tentato di tenerla
tranquilla sotto una coperta afgana
intessuta di lane color erba e sangue

ma si è levata. La sua lampada

lambisce i vetri gelati
e si scioglie nell’alba.
Non la fermeranno mai
quelli che dormono il sonno di pietra del passato,
il sonno dei drogati.
In un attimo di cristallo, io lampeggio
un occhio attraverso il freddo
un aprirsi di luce fra noi
nel suo occhio che incide il buio
– questo è tutto. L’alba è la prova, l’agonia
ma dovevamo contemplarla:
Dopo di che potremo forse dormire, sorella mia,
mentre le fiamme si alzano sempre più alte, possiamo
dormire.






ADDIO

di Josif Brodskij


Addio,
dimentica
e perdona.

E brucia le lettere,
come un ponte.

E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.

E che ci sia nell’oscurità
a brillare per te
un filo di stelle argentato,
che ci sia la speranza
di scaldare le mani
vicino al tuo fuoco.

Che ci siano tormente,
nevi, piogge
e lo scoppiettio furioso della fiamma,
e che tu abbia in futuro
più fortuna di me.

E che possa esserci una possente e splendida
battaglia
che risuona nel tuo petto.


Sono felice
per quelli che forse
sono
in viaggio con te.