domenica 23 settembre 2012

LUNGOMARE

di Eugenio Montale



Lo sai: debbo riperderti e non posso.
Come un tiro aggiustato mi sommuove

ogni opera, ogni grido e anche lo spiro
salino che straripa
dai moli e fa l'oscura primavera
di Sottoripa.

Paese di ferrame e alberature
a selva nella polvere del vespro.
Un ronzìo lungo viene dall'aperto,
strazia com'unghia i vetri. Cerco il segno
smarrito, il pegno solo ch'ebbi in grazia
da te.
E l'inferno è certo.